– DANZE RINASCIMENTALI –
Gaio e festoso in tutto il Trecento, veloce e geometrico nel Quattrocento, il ballo tra Medioevo e Rinascimento non e’ solo un passatempo o un divertimento, ma soprattutto una tecnica di corteggiamento e un’espressione giocosa. Nelle coreografie geometriche, nella ritmica rispondenza di musiche e passi, nelle fini movenze c’e’ tutta la poesia e la concretezza del Rinascimento. Dai manieri medievali ai palazzi rinascimentali, l’ambiente cortese e signorile ospita raffinati balli di società, passatempo prediletto dall’elites che lo praticano sempre attente a tenersi aggiornate con la moda del tempo.
Ecco cosi’ comparire i primi manuali dei maestri del tempo come “De arte saltandi et choreaus ducendi” di Domenico da Piacenza (primo maestro di danze), “De pratica seu arte tripudii vulgare opusculum” di Guglielmo Ebreo da Pesaro (il più importante allievo di Domenico che con le sue spiegazioni è riuscito a far comprendere le danze dell’epoca) e “Libro dell’arte del danzare” di Antonio Cornazano (allievo anch’egli di Domenico ma nel suo testo la descrizione delle danze è precisa seppur troppo sintetica).
Le feste da ballo (solitamente banchetti nuziali, cerimonie, incoronazioni) avevano inizio con la Carola nel’400, che alternava le forme del circolo e della catena, mimando un rituale “per flirtare” con i partners i quali tendono ad esibirsi in queste evoluzioni fermandosi a guardarsi a vicenda per poi ripartire.. Con l’avvento dell’Umanesimo, la danza e’ rivalutata al punto da essere paragonata ad una forma d’arte, segno distintivo delle classi nobili. Pertanto si sviluppa da un lato il Saltarello come simbolo di esplosione della danza pop, mentrela Bassadanza diviene il simbolo delle cerimonie di corte.
Successivamente nel ‘500 in Francia si danzava attraverso i “branle” (balli in catene o in circolo, con l’introduzione di passi saltati) che solitamente venivano utilizzati per aprire le feste, perché concedeva l’opportunità agli ospiti presenti di conoscersi, iniziare a parlare, dandosi la mano e iniziando questi semplici balli.
Infine, il gruppo, si occupa di danze inglesi chiamate “english country dances” che furono pubblicate nel 1651 da J. Playford. Il testo raccoglie quasi un centinaio di danze popolari che già nel secolo precedente avevano “invaso” la tradizione popolare grazie alla loro semplicità e giocosità.
Ogni volta l’ass. Flos Ferri cerca di trasmettere al pubblico presente il proprio sapere appreso dallo studio di trattati dei maestri del tempo e invita chiunque abbia voglia di interagire nei momenti d’animazione che concludono le esibizioni, danzando e divertendosi con loro!